Nel primo anno di vita, nella metà dei bambini italiani ed europei si verifica un eccesso dell’apporto di proteine con la dieta che riguarda praticamente tutti i piccoli tra 1 e 3 anni di età.
A spiegarlo è il pediatra Claudio Maffeis, professore all’Università di Verona. “Dati recenti- spiega Maffeis – suggeriscono che nel primo anno di vita, specialmente nel secondo semestre, più del 50% dei bambini assume più proteine del dovuto. Tra i 12 mesi ed i tre anni di vita poi il 100% dei bambini assume una quantità di proteine in eccesso rispetto alle raccomandazioni. Anche nelle età successive, la media dell’assunzione proteica è superiore ai valori raccomandati per più del 50% di bambini e ragazzi. E non ci sono differenze tra femmine e maschi”.
Due le conseguenze dell’eccessiva assunzione di proteine: un aumento del lavoro dei reni e un maggiore rischio di obesità, dato dallo stimolo a secernere ormoni come insulina e Igf1, un fattore di crescita con una struttura molecolare simile a quella dell’insulina. “Questi ormoni – continua l’esperto – stimolano la deposizione di nuovo tessuto e quindi stimolano la crescita sia della statura che del peso. Tuttavia, per caratteristiche proprie del metabolismo umano, lo stimolo ad accumulare energia nelle cellule adipose è molto efficiente, con il rischio di aumentare i depositi di grasso sia a breve che a lungo termine, promuovendo l’obesità nelle età successive”. “Il latte – conclude Maffeis – quando assunto nella quantità adeguata, copre da solo buona parte del fabbisogno proteico (dal 100% a 6 mesi al 20-80% circa a 3 anni, in base al tipo e alla quantità di latte). Per evitare di somministrare al bimbo troppe proteine è bene utilizzare, qualora il latte materno non sia disponibile, formule di latte a contenuto proteico più simile a quello del latte materno e non il latte vaccino (che contiene quasi 4 volte più proteine del latte umano) sino ad almeno il compimento del primo anno e, laddove la dieta del bambino non fosse ritenuta dal pediatra equilibrata perché troppo ricca di proteine, può essere opportuno non utilizzarlo come fonte di latte principale anche nel secondo anno di vita”.